Il processo decisionale si compone di diversi aspetti. Oltre a sapere come fare sempre la scelta giusta è importante sapere come creare processi decisionali razionali al fine di gestire l’azienda senza colpi di testa.
Il processo decisionale razionale è alla base delle capacità del manager ma anche del venditore o capo famiglia.
Prendere decisioni d’impulso può, talvolta dare delle soddisfazioni ma per fare in modo che l’azienda della quale ti occupi possa prosperare è meglio evitare l’improvvisazione e prendere le decisioni in base a dati oggettivi e scelte strategiche. È così che nasce il processo decisionale razionale
Processo decisionale razionale
Il processo decisionale razionale è un processo complesso che si svolge attraverso 8 passaggi essenziali.
- Identificare il problema
- Definire gli obiettivi
- Raccogliere i dati pertinenti
- Identificare le alternative praticabili
- Selezionare il criterio per valutare l’alternativa migliore
- Stabilire le relazioni tra l’obiettivo, le alternative, i dati raccolti, e il criterio di valutazione (costruire il modello)
- Stimare i risultati previsti di ciascuna alternativa
- Scegliere l’alternativa migliore con riferimento all’obiettivo dato
I paragrafi seguenti descrivono questi elementi in maggiore dettaglio
1. Identificare il problema
Il riconoscimento che esiste un problema da affrontare è la condizione primaria senza la quale non possiamo affrontare il problema. Infatti come possiamo risolvere un qualcosa che non conosciamo?
Nei miei corsi per Manager esprimo sempre il concetto per cui tra le qualità del manager eccellente c’è la capacità di cogliere il problema ancor prima che si manifesti.
2. Definire gli obiettivi
Sostanzialmente qualsiasi problema determina una situazione che ci impedisce di conseguire gli obiettivi precedentemente fissati come, ad esempio, la realizzazione del budget, il conseguimento di vantaggi economici o la costituzione di un gruppo affiatato e collaborativo.
Quindi va da sé che, identificato il problema, ci si debba chiedere quali traguardi si vuole raggiungere con la sua soluzione.
3. Raccogliere i dati che ci servono
Per avere un processo decisionale razionale è necessario raccogliere informazioni utili, adeguate a ciò che ci serve, per poter basare su queste informazioni le nostre scelte.
In questo senso è opportuno soffermarci sul fatto che sul tavolo di chi fa impresa o gestisce un’impresa giungono, ogni giorno, migliaia di informazioni utili, inutili, rilevanti o irrilevanti.
Di questa immensa quantità di informazioni, quante sono effettivamente rilevanti allo specifico processo decisionale?
Ecco quindi che la raccolta dei dati pertinenti è generalmente una delle fasi più difficili dell’intero processo che porterà ad una decisione razionale.
Dopo aver raccolto e selezionato le informazioni annotale su un foglio e tienile sempre in evidenza confrontandole tra loro.
Le decisioni che servono sono quelle che ti aiutano, nel modo più oggettivo e sicuro, a raggiungere soddisfacenti risultati.
4. Identificare le alternative praticabili
Perché il processo decisionale razionale possa avere luogo, devi disporre di possibili alternative considerando che non esiste una migliore soluzione in assoluto ma la soluzione più equilibrata in relazione a 3 parametri:
- soddisfacimento dell’obiettivo – in caso contrario il problema non sarebbe risolto
- praticabilità – possibilità che un’idea ha di essere concretamente realizzata
- economicità – al fine di non generare nuovi problemi
In assoluto non c’è comunque modo di essere sicuri che l’alternativa migliore possibile sia compresa tra quelle che hai preso in considerazione. Assicurati che tutte le soluzioni “convenzionali” vengano considerate e poi sforzarti di accedere a ulteriori proposte innovative utilizzando magari un brain-storming (un gruppo di persone che analizzano alternative possibili in un’atmosfera innovativa).
5. Selezionare il criterio per valutare l’alternativa migliore
L’attività centrale di un processo decisionale è la scelta tra le alternative e questo vale anche per le decisioni razionali.
È logico che tu voglia scegliere l’alternativa migliore. Giusto?
L’alternativa migliore può essere scelta solo se definisci cosa intendi per migliore. Ne consegue che tu debba prima definire il criterio e poiché hai a che fare con termini relativi piuttosto che valori assoluti, è meglio selezionare l’alternativa che è relativamente la preferibile.
Ad esempio potrebbe essere impossibile ridurre la disoccupazione e al tempo stesso ridurre le spese.
Il disaccordo esistente tra lavoratori e dirigenti nelle negoziazioni su salari e condizioni di impiego deriva dal diverso criterio scelto per selezionare l’alternativa migliore. L’alternativa migliore dei dirigenti è raramente la stessa deii lavoratori!
6. Stabilire le relazioni tra l’obiettivo, le alternative, i dati raccolti e il criterio di valutazione (costruire il modello)
Siamo arrivati al punto del processo decisionale in cui l’obiettivo, i dati utili, le alternative praticabili e il criterio di scelta devono venire messi insieme. Talvolta le relazioni tra questi elementi possono essere difficili da scoprire.
L’identificazione delle relazioni tra gli elementi del processo decisionale è frequentemente chiamata costruzione del modello.
7. Stimare i risultati previsti di ciascuna alternativa
Costruito il modello esso è utilizzato per stimare in anticipo il risultato di ciascuna alternativa fattibile.
Sappi che ogni alternativa potrebbe dare una varietà di risultati.
8. Scegliere l’alternativa migliore con riferimento all’obiettivo dato
Quando hai completato i precedenti 7 passaggi del processo decisionale razionale il passo finale è la scelta dell’alternativa migliore. Se tutti gli altri passi del processo sono stati fatti in modo accurato, puoi effettuare la scelta dell’alternativa migliore ovvero quella che meglio soddisfa il criterio di scelta che hai adottato immaginando che sia effettivamente la soluzione più adatta al tuo particolare problema.
Conclusioni
Come sappiamo bene entrambi la gestione aziendale non può essere affidata al caso o a decisioni di pancia e mi piacerebbe sapere sapere se di tanto in tanto cedi alle decisioni di impulso e quali sono i risultati.
Aspetto di leggerti nei commenti.

Renato Tonon
Formatore e coach di manager e reti vendita in importanti aziende nazionali e PMI, con esperienza speciale nella gestione delle risorse umane e nella loro valorizzazione.Autore di libri e corsi sulla vendita, sul management, sul team working e sulla comunicazione.
Ha collaborato con l'università di Padova.





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Buonasera Sig. Renato, le faccio i complimenti sui suoi “Trattati”che leggo sempre non molta attenzione e “fame” di imparare.
ebbene si leggendo il processo decisionale mi sono rispecchiato in esso anche se alcune volte mi sono lasciato trascinare, credendo di fare cosa giusta e con questo motivare i miei collaboratori facendo scelte di “pancia”….risultato …un caos …
Nulla deve essere deciso senza razionalità …e sopratutto deve essere deciso da me…onde evitare l’allungamento della strada verso l’obiettivo con notevoli perdite di tempo….
Addirittura “trattati” troppo buono signor Olindo! Le emozioni esistono e sono come l’acqua: possono essere fonte di vita o di morte. Se ci lasciamo andare alle emozioni
senza gestirle esse ci distruggono. Ma se noi consapevolmente sappiamo gestirle allora diventano uno strumento straordinario di crescita. Mi pare di capire che Lei ha dei collaboratori,
mi permetta di suggerirle il mio corso “easy manager” che con al costo di due pizze può scaricare dal mio sito e che racconta per filo e per segno cosa voglia dire essere
manager oggi, i compiti e le responsabilità che il capo ha con la messa a disposizione degli strumenti per gestire il proprio gruppo.
Grazie della sua condivisione.
Renato Tonon