Il processo decisionale può creare difficoltà a chiunque non sia preparato e il processo decisionale in azienda non fa differenza perché decidere è generare un cambiamento
La responsabilità del processo decisionale e delle decisioni che vengono prese viene ben espresso da Gustav Kaeser – fondatore dell’omonima società di formazione svizzera che una volta ha detto:
C’è chi si fa mettere in moto dagli altri e c’è chi sa mettere in moto gli altri; a questi ultimi si deve se marciano gli ingranaggi dell’economia.
Cos’è la decisione
La decisione è un processo di scelta che pone fine ad un problema.
Formulare un budget, definire un obiettivo o il controllare le proprie azioni e quelle dei collaboratori comporta la necessità di decidere e implica la capacità di escogitare soluzioni che rispondano alle domande che ci siamo posti.
Decidere significa stabilire, fissare, scegliere, in modo responsabile, tra più aspetti; in altri termini, implica la capacità di porsi il problema in modo corretto e seguire delle regole per risolverlo.
Decidere è una capacità, ma soprattutto un’assunzione di responsabilità
Uno dei principali compiti del manager è prendere decisioni. L’ambito di queste decisioni si evolve nel know-how e nel know–why: i concetti del sapere come fare – know-how – e del perché fare – know-why.
- Know-Why: Sapere perché fare l’azione che si è deciso di compiere appartiene alla progettualità, alla chiarezza di un obiettivo da raggiungere ed è questo che lo rende fondamentalmente una funzione manageriale.
- Know-How: Sapere come fare una determinata azione ha a che fare con la tecnica, con la tecnologia ed è quindi una responsabilità legata all’esperienza.
Questi due fattori rendono importante il dover informare i collaboratori del processo decisionale che si è fatto e prepararli a quanto ci sia da fare e al come questo dovrà essere fatto, perché fattore necessario per raggiungere l’obiettivo che come manager ti sei è proposto di raggiungere. Tanto più se operi in un ambiente in grande trasformazione!
Quindi è più importante il concetto del sapere perché fare e dopo del come fare.
Il processo decisionale per anticipare il problema
Quasi tutti sono capaci di vedere il problema quando esso si manifesta. Pochissimi percepiscono il problema prima che si manifesti. Questa è la discriminante tra il plus-valore e il minus-valore di chi dirige.
Fare il meglio possibile con ciò che è imperfetto non è il problema del manager ma il suo compito.
Cosa ti serve per prendere decisioni giuste
Un manager per prendere decisioni giuste nel suo processo decisionale deve concentrarsi su tre aspetti:
- Il rapporto con le informazioni
- Il rapporto con gli altri
- Il rapporto con sé stesso
Nel tenere a mente questi aspetti c’è un percorso che tu aiuterà a prendere decisioni giuste con più facilità
Processo di soluzione del problema (sintesi)
- Percepire il disagio – Avere chiara la realtà dell’organizzazione o il contesto operativo
- Trovare il problema – Rendersi conto di quale esigenza o di quale disagio
- Porre il problema – Definire il i contorni in cui si inquadra il problema
- Analizzare il problema – Scomporre il problema principale in problemi secondari
- Risolvere il problema – Eliminare le cause e rispondere alle domande poste dal problema
- Decidere di fare – Decidere come agire in base alle risposte ottenute
- Decidere di agire – Passare all’azione
Il processo decisionale non è solo un fatto razionale
Tutti prendiamo decisioni soppesando costi e benefici in maniera apparentemente razionale ma molte decisioni infatti sono inquinate dalle emozioni. Diversi studi psicologici evidenziano quanto le emozioni giochino, nel bene o nel male, un ruolo importante nei nostri processi decisionali.
Le modalità e i meccanismi con cui le emozioni influenzano le decisioni che prendiamo possono essere differenti a seconda del grado di alfabetizzazione emotiva di cui disponiamo e dalla nostra consapevolezza e capacità di gestire gli stati emotivi.
Spesso valutiamo le possibili conseguenze delle nostre azioni su basi non oggettive ma facendo una valutazione “affettiva” in base alle emozioni del momento e alle conseguenze emotive che potranno avere per noi quelle stesse decisioni.
Le emozioni inquinano le decisioni ma allo stesso tempo possono fornirci informazioni utili sul grado di motivazione o sull’effettiva importanza che determinate scelte hanno per noi a patto che si sia in grado di gestirle, tollerando la temporanea “turbolenza” che questo comporta.
Studiosi come Daniel Goleman hanno messo in evidenza come le emozioni non siano un attivatore diretto ma medino la decisione influenzando la percezione e la valutazione che facciamo della situazione e aiutando a soppesare le alternative.
Le emozioni, dunque, possono attivare automaticamente risposte impulsive o fornire uno stimolo a pensare e a valutare da diversi punti di vista un problema prima di prendere decisioni su come agire.
Queste considerazioni mi hanno portato ad una personale riflessione su quali siano, nel processo decisionale, le tematiche emotive che lo inquinano o arricchiscono.
Ti giro la domanda: Tu prevalentemente sei portato a prendere decisioni in modo meditato o impulsivo?
Il capo fa solo ciò che ritiene sia giusto
Peter Drucker
Conclusioni
Il processo decisionale in azienda è un ambito nel quale il manager deve eccellere. Deve essere in grado anticipare i problemi, valutarli e porvi rimedio basando le sue decisioni su tutti gli elementi che ha a disposizione e cercandone di nuovi se non dovessero essere sufficienti per prendere una decisione chiara.
Una volta che avrai preso la tua decisione comunicala ai tuoi collaboratori e condividi con loro motivazioni e soluzioni per fare in modo che il raggiungimento degli obiettivi diventi motivo legante del team.
Facendo attenzione all’emotività.
Tu, nell’afforntare il processo decisionale, chiedi consiglio o fai tutto da solo?
Il box commenti qui sotto è a disposizione anche per le tue domande.

Renato Tonon
Formatore e coach di manager e reti vendita in importanti aziende nazionali e PMI, con esperienza speciale nella gestione delle risorse umane e nella loro valorizzazione.Autore di libri e corsi sulla vendita, sul management, sul team working e sulla comunicazione.
Ha collaborato con l'università di Padova.





-