Molti dipendenti si licenziano non perché insoddisfatti della posizione o dello stipendio ma per fuggire ai capi e al loro stile manageriale. Vuoi avere la certezza che i tuoi migliori dipendenti restino con te?
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Capita che persone tra i 30 e i 45 anni con contratti a tempo indeterminato si licenzino e lascino l’azienda dopo anni di lavoro.
Le motivazioni che portano al licenziamento stanno cambiando ed è bene che tu le conosca:
- normali aumento di stipendio
- maggiori responsabilità
- voglia di mettersi alla prova
- possibilità di carriera
- mancanza di solidità
- calo del lavoro
- cambio di mansione
- rapporto con i colleghi
- allontanamento dal capo
- indisposizione al manager
- salvarsi dal direttore
- fuga dal capo reparto
Non confondere l’azienda con i manager
L’azienda, nel suo insieme, può piacere al dipendente: gli può piacere il lavoro e anche i colleghi ma può non apprezzare il rapporto interpersonale col dirigente o il modo in cui il manager gestisce le situazioni.
Lo scarso apprezzamento del manager comporta che il dipendente viva silenziosamente le situazioni di stress, di mortificazione finché, giorno dopo giorno, egli non entra piano piano in rotta di collisione con il suo capo. Tu.
Nell’articolo Essere manager: come comunicare con i collaboratori ti ho dato le indicazioni per gestire al meglio i rapporti con i collaboratori per evitare i motivi per cui si verificano queste situazioni di disgaio.
Le cause che portano i dipendenti a mal sopportare i proprio capi sono diversi e riguardano la motivazione ed il desideriodi ricevere una concreta considerazione (non in denaro).
Il fenomeno accade più spesso di quanto si immagini!
Come trattare i dipendenti per tenerli attaccati a te
Una persona inizia a lavorare con un capo e con delle premesse motivanti poi, magari il capo viene cambiato, cambiano le premesse e quindi le motivazioni. Oppure il collaboratore, giorno dopo giorno, cresce e matura consapevolezze diverse rendendosi conto che il suo capo non è cresciuto con lui e quindi lo percepisce come un tappo che blocca il suo sviluppo personale.
Se molti manager prendessero in considerazione il fatto che molte volte non è solo l’azienda a scegliere il lavoratore, ma anche il lavoratore a scegliere l’azienda e i capi, forse si porrebbero con lungimiranza la domanda: io mi merito quel valido collaboratore?
Quali sono gli errori che fanno i manager nel trattare i dipendenti?
Stando ai risultati di studi effettuati, gli errori commessi sono diversi:
- eccessivo lavoro
- non preoccuparsi dei dipendenti
- non riconoscere loro il contributo professionale
- assumere e promuovere persone non adatte
- non permettere che le persone seguano le loro passioni
- non stimolare le loro abilità
- non premiare la creatività
- non fornire stimoli intellettuali
Tutto questo fa sì che i dipendenti bravi e i competenti, prima o poi, se ne vadano.
Perché non bastano stipendio e benefit
Se è vero che stipendio, posizione, benefit hanno un ruolo importante nel lavoro è anche vero che i migliori collaboratori vogliono essere soprattutto rispettati, gratificati, incentivati al miglioramento costante e avere sempre l’impressione di crescere professionalmente e umanamente.
Il mondo del lavoro, oggi
Di recente mi sono trovato a formare sotto il profilo manageriale e commerciale, 3 dipendenti eccellenti di aziende diverse i quali pensavano di lasciare l’azienda per la quale lavoravano a causa di manifeste incompatibilità con il management.
Dall’esperienza di queste e di altre persone ho rilevato che tra gli errori più evidenti del capo ci sono il non saper riconoscere i propri errori e l’essere arroccati nel difendere la loro posizione dominante.
Ora tutto può essere opinabile, ma credo che l’affermazione “Non si è più alla ricerca di un lavoro migliore, ma di un manager migliore”, abbia un suo fondamento concreto che solo un manager folle può sottovalutare o negare e tu non vuoi essere un manager folle, vero?
I primi allarmi
Quando in azienda il turnover dei “cervelli” è alto è il primo segnale che qualcosa non va e te ne devi rendere conto. In questi casi, la proprietà deve provvedere a una ri-selezione del management per capire se sia ancora all’altezza di gestire proficuamente il cambiamento e vincere le sfide del mercato valorizzando le risorse umane interne.
Conclusioni
Per concludere ti chiedo di riflettere sul tuo personale e di capire se al suo interno ci sono persone degne di merito e se le stai valorizzando a sufficienza.
Se hai dei dubbi su come valutare il tuo personale, usa il box commenti qui sotto e risponderò al tuo caso specifico.
Se, invece, sei un manager che ha cambiato azienda a causa dei cattivi rapporti con i superiori, mi piacerebbe conoscere la tua esperienza.

Renato Tonon
Formatore e coach di manager e reti vendita in importanti aziende nazionali e PMI, con esperienza speciale nella gestione delle risorse umane e nella loro valorizzazione.Autore di libri e corsi sulla vendita, sul management, sul team working e sulla comunicazione.
Ha collaborato con l'università di Padova.





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